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go to OperaClick, 14/05/2018

 

15/05/2018 Trieste

13/05/2018

Toccante esecuzione
Il Quartetto Adorno incanta il suo pubblico con l’immagine contemporanea dell’Uomo di Colasanti e il sogno americano di Dvorák.

Un quartetto d’archi emozionante e sensibile ha aperto la Stagione 2018 “Podium für junge Solisten” di Tegernsee.
L’italiano Quartetto Adorno ha offerto nella Barocksaal una serata di musica da camera della più raffinata e toccante arte. Il fatto che i quattro musicisti suonino al più alto livello è dimostrato dalla loro partecipazione nel 2017 al rinomato Concorso Internazionale Premio Paolo Borciani, dove è stato loro assegnato non solo il Terzo Premio -non è stato assegnato un Primo Premio- ma anche il Premio del Pubblico e il Premio Speciale per la miglior interpretazione del brano contemporaneo della compositrice Silvia Colasanti. Ed è proprio con “Di Tumulti e d’Ombre” che Edoardo Zosi, Liù Pelliciari, Benedetta Bucci e Danilo Squitieri hanno aperto il concerto nella Barocksaal. Visioni sonore di lacerazione e riflessione, irruenza e desiderio struggente di pace hanno ipnotizzato gli ascoltatori. I quattro musicisti hanno delineato l’idea di Colasanti dell’Uomo, inquieto e sensibile, non più capace di entrare in empatia, alla ricerca dell’accesso al mondo dei sentimenti sepolti dal raziocinio.
Del Quartetto “Americano” di Dvorák hanno trasmesso la sonorità caratteristica della sua origine ed evocato il panorama di una vacanza estiva nella Iowa del 19esimo Secolo, piena di freschezza e allo stesso tempo di malinconia. Attraverso il timbro e il fraseggio, il Quartetto Adorno, ha dato vita, specialmente nel secondo movimento Lento, ad un’interpretazione intensa. Nel finale Vivace ha gioiosamente ottenuto una ritmica ed una vitalità trascinanti.
Il Quartetto Adorno ha poi eseguito in maniera sinfonica il Quartetto op. 59 n. 2 del ciclo Razumovsky di Ludwig van Beethoven, cogliendo appieno le proporzioni di questa opera. I quattro musicisti hanno trasmesso con impeto l’asprezza del primo Allegro ed illuminato l’aura sacrale del Molto Adagio con calore e cantabilità. Una velocità folle ha caratterizzato il Rondo finale. L’Ensemble ha aumentato ancora di più il virtuosismo nella Coda, per esaltare il pubblico già entusiasta. Il Quartetto Adorno ha salutato gli ascoltatori eseguendo l’Allegro con Brio dal Quartetto op. 95 di Beethoven, un bis magnifico e impegnativo.

 La lezione del Quartetto Adorno
go to Il Bigino Musicale
DI S.A. | 12 FEBBRAIO 2018
05. 02. 2018. Società del Quartetto di Bergamo

Stride la differenza d’età tra la platea e il palcoscenico, così come non si accorda la grande disponibilità dei posti ancora liberi con il livello eccelso di questi quattro giovani musicisti in programma. Ma ormai non è più una novità, purtroppo. Il Quartetto Adorno, ossia Edoardo Zosi, Liù Pelliciari, Benedetta Bucci, Danilo Squitieri, impreziosisce la seconda proposta della Società del Quartetto di Bergamo, regalando ai fortunati presenti una vera Lezione di musica. Si legge ovunque, nelle note di sala, Ludwig van Beethoven: Quartetto nr.1 in fa magg. Op.18, Quartetto nr. 11 in fa min. Op.95 “Serioso”, Quartetto nr.8 in mi min. Op.59 nr.2 “Razumowsky”. Interessante la (fortuita?) coincidenza: il presidente Giampaolo Rosa presenta la serata e gli ospiti musicali con l’espressione kalós kai agathós, ‘bello e buono’ in greco antico. Un invito ad approfondire nella riflessione ciò che di lì a poco avrebbe stupito l’orecchio. Secondo il pensiero greco, infatti, ciò che è bello non può non essere buono. Un concetto che nei costumi dell’epoca si traduceva in un ideale, un obbiettivo individuale e sociale a cui tendere.
Cambiando vesti e linguaggio, Beethoven si ritrova a maneggiare una tensione del tutto simile: la ricerca di una forma in cui avvenisse la piena conciliazione con il contenuto.

05/05/2018

L’Unione musicale porta la magia del Quartetto Adorno  go to www.lastampa.it

Formato
nel 2015 e composto
da Edoardo Zosi e Liu Pelliciari
ai violini, Benedetta Bucci alla viola
e Danilo Squitieri al violoncello

Pubblicato il 20/01/2018
Ultima modifica il 20/01/2018 alle ore 10:19
FRANCA CASSINE
TORINO

La carriera dei musicisti è quasi sempre legata a doppio filo ai concorsi. I giovani che si affacciano al mondo della classica in maniera professionale spesso hanno come unica vetrina le competizioni e aggiudicarsene una può fare la differenza, anche perché solitamente viene offerta la possibilità di esibirsi all’interno di stagioni più o meno prestigiose. Per quanto riguarda i quartetti d’archi, uno dei riconoscimenti più importanti è il «Premio Paolo Borciani», intitolato al musicista reggiano fondatore e primo violino del Quartetto Italiano. Istituito nel 1987 si svolge ogni tre anni e ha come caratteristica l’estremo rigore con cui vengono effettuate le selezioni, per questo chi se lo aggiudica ha pressoché la strada spianata verso il successo. Quindi c’è grande attesa per il concerto che domani, 21 gennaio, alle 16,30 al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino vedrà sul palco il Quartetto Adorno, ospite della stagione dell’Unione Musicale. I quattro musicisti hanno trionfato all’undicesima edizione del Borciani (avvenuta lo scorso giugno), portandosi a casa il terzo posto, oltre al premio del pubblico e il premio speciale per la migliore esecuzione di un brano contemporaneo. Formato nel 2015 e composto da Edoardo Zosi e Liu Pelliciari ai violini, Benedetta Bucci alla viola e Danilo Squitieri al violoncello, il gruppo arriva per la prima a volta a Torino con un programma inedito che mette insieme epoche e stili differenti. A cominciare dal “Quartetto in la minore op. 29 n. 1 D. 804 (Rosamunde)” di Schubert che, eseguito per la prima volta nel 1824 e scritto quando il compositore si stava dedicando alla musica per il teatro, è ricco di sperimentazioni e giochi compositivi che si snocciolano lungo i quattro movimenti. Un salto in avanti di 100 anni esatti per il “Quartetto n. 3 op. 19” di Zemlinsky che, composto nel 1924, è una testimonianza degli aspetti turbolenti di quel periodo e serve all’autore per esprimere una sarcastica protesta contro il modernismo. A questi due pezzi il Quartetto Adorno ha affiancato “Di tumulti e d’ombre” di Silvia Colasanti, pagina con cui hanno conquistato il premio speciale per la migliore esecuzione contemporanea. L’autrice, tra le più apprezzate compositrici contemporanee (nel 2013 ha conquistato il titolo di Cavaliere della Repubblica), con questo brano del 2011 ha rivisitato il mito di Faust, ma non nella versione di Goethe di Pessoa.

13/06/2017

10/06/2017

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23/07/2016

Interview for Nomos Alpha Magazine

“Questa volta siamo in compagnia del Quartetto Adorno, formazione giovane ma dal cuore antico. Suoneranno a MITO Settembre Musica con un programma che orbita intorno a Haydn, Beethoven e Régis Campo.”  go to interview